In un mercato globale in difficoltà, alcuni settori risentono meno della crisi, i grandi collezionisti in Europa e nel mondo di porcellane, anche i più selettivi e attenti, non rinunciano ad acquisizioni di alto livello di manifattura e rarità ad un prezzo accettabile.
Vediamo nel dettaglio come si muove in questo particolare settore il mercato, analizzando le principali case manifatturiere.
La prima porcellana dura in Europa risulta essere una creazione di Johann Friedrich Böttger, un alchimista tedesco che, dopo aver cercato a lungo la pietra filosofale, fu costretto da Augusto il Forte a passare a ricerche più utili. Affiancato da Ehrenfried Walther von Tschirnhaus, dopo molti anni di tentativi, riuscì a ottenere una porcellana dura, grazie a una miscela di caolino, alabastro, quarzo e China Stone. La porcellana fabbricata prese il nome Meissen, o porcellana di Dresda.
Dai risultati di questi primi esperimenti, nascono le fabbriche di porcellana di fama mondiale che ancora oggi conosciamo: le porcellane francesi di Limonges e Sèvres; quelle italiane di Capodimonte e Ginori, quelle danesi Royal Copenhagen, Bing & Grøndahl e le porcellane inglesi.
Per molti aspetti c’è stato poco cambiamento nel mercato della porcellana negli ultimi anni. Nonostante ci sia una certa sensazione che il mercato stia migliorando, i collezionisti privati, in questo precario periodo, sono stati pronti a comprare solo quando gli oggetti rari e di ottima qualità erano a prezzi competitivi.
Il leader di settore Sèvres e Meissen producevano su richiesta, in particolare nel XVIII secolo. L ‘età dell’oro’ di Meissen, è stata dai primi anni della sua nascita fino alla fine della Guerra dei Sette Anni (1710-1759), ma tuttora è ancora molto forte la loro produzione di porcellane. Dei pezzi appartenenti all’epoca che va dal 1710 al 1759, alcuni collezionisti sono disposti ad accettare anche oggetti leggermente danneggiati. Tuttavia, il livello si è uniformato competendo anche con la concorrenza di altre manifatture, eccetto pezzi unici che si son distinti per le loro caratteristiche particolari.
I pezzi di Dresden, Vienna e Limoges devono essere particolarmente impressionanti per ottenere una valutazione che si avvicini a quella dei grandi nomi sopracitati.
Un’altra area ancora in difficoltà è quella britannica del XVIII e XIX sec. per cui gli acquirenti, pagherebbero solo per pezzi in condizioni eccellenti e molto rare.
Sono richiesti anche piatti di grandi dimensioni, ma non se hanno un comune motivo raffigurato.
Tuttavia, ancora una volta la rarità è il fattore fondamentale. Woolley & Wallis ha venduto un modello in miniatura di una lepre, seduta grattandosi l’orecchio sinistro con una zampa, e la pelliccia era finemente incisa, per circa £ 5.500 ($ 7.000). La rarità e la “dolcezza” di questa figura ha assicurato questo ottimo prezzo.
Un’altra famosa fabbrica di porcellane che è della stessa tendenza è Lowestoft, ma solo a condizione che vengano rappresentati soggetti e modelli rari, e sempre in offerta.
Nantgarw e Swansea sono ancora in parte richiesti per la rarità e la superba qualità.
Royal Worcester con i suoi vasi, dipinti da artisti come Charles Baldwin, Harry Davis e gli Stinton, godono ancora di una vasta fetta di collezionisti, ed i prezzi sono rimasti stabili, a patto che i pezzi siano di misure adatte e possibilmente siano novità di mercato.
Come abbiamo potuto capire dal corpo di questo articolo (ripreso da Antiques handbook e price guide di Judith Miller) il mercato delle porcellane è, e sarà ancor di più nei prossimi anni, movimentato dalle acquisizioni di privati e collezionisti solo a determinate condizioni.