Descrizione
Carlo Dolci (Firenze, 1616 – Firenze, 1686)
Ecce Homo
Il biografo principe del Seicento fiorentino, Filippo Baldinucci, fu allievo del pittore Carlo Dolci; a lui dobbiamo molto di ciò che sappiamo oggi di questo straordinario ritrattista fiorentino. Dopo una prima formazione presso Jacopo Vignali, egli legò indissolubilmente la sua produzione al tema del sacro e alla ritrattistica, concependo le sue doti come un vero e proprio “dono di Dio”.
Introverso e devoto, lascerà Firenze solo in un’occasione, nel 1672, quando l’Arciduca Ferdinando Carlo d’Asburgo lo invitò ad Innsbruck per ritrarre sua figlia Carla Felicita e Anna de’ Medici, futura moglie dell’imperatore Leopoldo I.
La sua mano la si evince, in particolare, nella delicatezza e nitidezza dei volti, tipici della ritrattistica fiorentina e che risentono della lezione correggesca; ciò che osserviamo qui, però, appare piuttosto diverso.
Evidenziando la dolcezza dei tratti e l’attenzione all’espressività della raffigurazione, qui il Cristo appare come caricato di un forte patetismo, evidenziato dai colori scuri e dal taglio molto ravvicinato della composizione. A rinsaldare l’attribuzione a questo maestro vi è anche la presenza di un’opera iconograficamente molto simile attribuita al Dolci, oggi all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.
Bibl.: C. McCorquodale, A Fresh Look at C. D., in Apollo, XCVII (1973), 135, pp. 477-88;
Il nostro riferimento: BF00103