Descrizione
Pietro Domenico Olivero (Torino, 1679 – Torino, 1755)
Scena di genere sul fondo di un castello Pietro Domenico Olivero
Olio su tela.
Il più grande merito di questo artista fu quello di essere un lucido, apprezzato ed ironico interprete della società piemontese della prima metà del XVIII secolo. L’infermità che lo affliggeva dalla nascita – era storpio ad entrambe le gambe – non gli impedì di crescere curioso e ricco di inventiva. L’Oliviero si forma all’ombra delle esperienze piemontesi dei pittori fiamminghi le cui opere erano rimaste nelle collezioni private torinesi. Le sue capacità e la sua amabilità d’animo gli permisero di entrare nelle grazie del principe di Piemonte Vittorio Amedeo II, il quale lo spronò sempre a dedicarsi alla rappresentazione di temi aulici, ritratti dell’alta borghesia o della vita di corte.
L’animo del pittore era e resterà sempre quella di un bambocciante stricto sensu: le scene rappresentate da questi pittori erano sempre originali, non mancavano mai di illustrare un qualche dato curioso e raffiguravano temi sempre estremamente variegati, così come ci si aspetta da una curiosa indagine della realtà.
In questo quadro è visibile un altro approccio differente rispetto alla coppia sempre dello stesso autore in tema bambocciante e troviamo il vorticare caotico di un folto numero di persone in un paesaggio più aspro e selvaggio, costellato di rovine antiche e di un ampio paesaggio.
Bibl.: A. Cifani – F. Monetti, Gusto fiammingo e fantasia italiana: P.D. O. (1679-1755) «pittore virtuosissimo», cantore della civiltà piemontese del Settecento, in Il Quirinale, III (2007), pp. 103-112
Il nostro riferimento: A05194